Perchè smettere di fumare?  Quali sono i rischi?

Il consumo di tabacco riveste un ruolo importante nell’insorgenza di numerose malattie, tra cui una serie di

malattie molto gravi e con decorso mortale. I componenti del fumo raggiungono attraverso il sangue tutte

le aree del corpo e la ricerca acquisisce ogni giorno nuove conoscenze sull’effetto nocivo del consumo di

tabacco.

Le sostanze generate dalla combustione della sigaretta, provocano seri danni agli apparati respiratorio e

vascolare (con ripercussioni cardiache, cerebrali, e circolazione arteriosa periferica), emoglobina, cavità

orale e laringe, primo tratto delle vie digestive, placenta e feto, apparato urogenitale, pancreas.

Apparato respiratorio

Cancro ai polmoni

Peggioramento del funzionamento del sistema muco-cicliare, con possibilità di infiammazioni ed infezioni.

Riduzione delle difese immunitarie a causa della ridotta attività delle cellule linfocitarie e dei macrofagi, con

un peggioramento del controllo sulle infezioni.

Accentuato rilascio di enzimi lesivi che provocano la distruzione del parenchima polmonare che si può

concludere in enfisema.

Aumento dell’attività bronchiale e delle manifestazioni asmatiche.

Invecchiamento precoce del sistema polmonare.

Trasformazione del DNA cellulare, trasformazioni cellulari, displasie tessutali e trasformazione tumorale dei

tessuti.

Apparato circolatorio

Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa in seguito all’immissione in circolo delle

catecolamine causata dalla nicotina.

Inadeguata ossigenazione del miocardio a causa delle concentrazioni di corbossiemoglobina; policitemia

dovuta al monossido di carbonio.

Aumento dell’aggregabilità piastrinica e della coaugulabilità del sangue quale azione diretta della nicotina.

Aumento dell’immissione di noradrenalina con conseguenti scariche adrenergiche; se queste stimolazioni

coincidono con un periodo di vulnerabilità ventricolare, possono portare a morte improvvisa.

Sessualità e fertilità

Il fumo pregiudica la sessualità e la fertilità sia nelle donne che negli uomini. Per questo motivo la sigaretta

viene detta anche “la contraccezione nascosta”.

Nelle donne fumatrici, la menopausa arriva circa 2 anni prima. Le fumatrici che assumono contraccettivi

orali presentano un rischio nettamente più alto di contrarre malattie cardiocircolatorie, oltre ad un

aumentato rischio di sterilità.

Negli uomini il fumo porta più spesso a disfunzione erettile e diminuisce la quantità e la qualità degli

spermatozoi.

Fertilità dell’uomo

I fumatori registrano un aumento di frequenza dei disturbi dell’erezione rispetto ai non fumatori.

In tanti casi la causa è un’affezione vascolare nelle arterie di apporto al pene.

I fumatori presentano inoltre una qualità ed una densità ridotta dello sperma ed un aumento del numero

dei leucociti nel liquido spermatico.

Fertilità della donna

Le fumatrici hanno un’incidenza nettamente più frequente di sterilità dovuta a cause ormonali perché il

fumo riduce la fertilità naturale della donna. Le fumatrici sono esposte ad un aumentato rischio di

gravidanze tubariche e le gestanti ad un aumentato rischio di aborti spontanei, parti prematuri, rottura

precoce delle membrane fetali, placenta previa e distacco prematuro della placenta.

Rischi per il feto ed il bambino

I neonati nati in famigli di fumatori possono pesare 250-300 gr in meno rispetto a quelli nati in famiglie di

non fumatori.

I neonati di madri fumatrici hanno un rischio di mortalità perinatale più elevato.

Aumento delle malattie ed infezioni a carico dell’apparato respiratorio inferiore.

SIDS (SUDDEN INFANT DEATH SYNDROME) o morte improvvisa del lattante

La morte improvvisa del lattante, con una percentuale del 25%, rappresenta nei paesi industrializzati la

prima causa di morte nell’età compresa tra 1 e 12 mesi nel periodo post-neonatale. Anche il fumo dei

genitori dopo la nascita aumenta il rischio di SIDS.

Effetti endocrini e matabolici

Aumento dei livelli ematici di catecolamine degli ormoni della crescita, ACTH, cortisolo, prolattina e

betaendorfine.

Menopausa precoce nelle donne, con frequenza di osteoporosi più elevata.

Il monossido di carbonio contenuto nel fumo, legandosi con l’emoglobina forma la carbossiemoglobina;

quindi, in presenza di anche bassi valori di monossido di carbonio nell’aria, si determinano nell’organismo

valori misurabili di carbossiemoglobina (inutile ai fini del trasporto dell’ossigeno).

Il midollo osseo può essere iperstimolato con conseguente policitemia.

Osteoporosi

Il consumo di tabacco porta ad una riduzione della densità ossea per via dei cambiamenti a livello ormonale

e cellulare. Pregiudica la struttura ossea nelle donne in menopausa, indipendentemente dalla situazione

ormonale.

La nicotina diminuisce la concentrazione nel siero di vitamina D e paratormone, influendo così sul bilancio

del calcio. In particolare negli individui a partire da 50 anni di età, il fumo si accompagna ad una significativa

riduzione della massa ossea e ad un conseguente aumentato rischio di frattura.

Cavità orale, prime vie digestive

Gli stimoli irritativi responsabili delle disfunzioni appena descritte agiscono anche sulle prime vie aeree, sul

cavo orale e sull’esofago. Quindi, il fumatore è soggetto a faringotonsilliti e laringiti acute e croniche,

displasie del labbro e del cavo orale, della laringe e dell’esofago e, non ultimi, tumori maligni.

Il fumo diventa causa concatenante dell’eziologia dell’ulcera peptica, anche se in concomitanza con altri

fattori.

Il fumo facilita l’insorgenza di ulcera gastrica e duodenale.

Molteplici studi hanno confermato che il fumo delle sigarette diviene un importante fattore di rischio per

l’insorgenza e l’avanzamento di danni al tessuto paradontale. Il fumo è un significativo  fattore di rischio per

le malattie dell’apparato di sostegno del dente, porta anche alla caduta dei denti e causa il cancro nella

cavità orale e faringea. Il fumo peggiora la vascolarizzazione della cavità orale. Fattore particolarmente

insidioso è che il fumo inibisce il sanguinamento delle gengive, che è un segnale tipico della paradontite ed

un campanello d’allarme per la malattia. Più del 70% dei pazienti odontoiatrici con malattia paradontale

cronica sono fumatori. Rispetto ai non fumatori, hanno un rischio di circa 5-6 volte maggiore; i forti

fumatori, che da oltre 20 anni fumano più di 20 sigarette al giorno, sono esposti ad un rischio di malattia

addirittura 20 volte maggiore. I fumatori hanno tasche gengivali nettamente più malate e profonde, una

perdita maggiore di tessuto osseo e connettivo circostante il dente e sono più esposti alla perdita dei denti.

Rispetto ai non fumatori, il successo di trattamento di una terapia odontoiatrica per la paradontite tra i

fumatori è nettamente più negativo, di conseguenza la maggior parte degli insuccessi si registra tra gli

appartenenti a questa categoria.

Occhi e disturbi della vista

Il fumo è il principale fattore di rischio per la degenerazione della retina in rapporto all’età. Con l’avanzare

dell’età le cellule visive sensibili alla luce si atrofizzano. Ne conseguono disturbi nella lettura, difficoltà

nell’adattamento luce-oscurità ecc.. Il fumo favorisce notevolmente questi processi d’invecchiamento

irreversibili.

Pelle e guarigione delle ferite

20 sigarette al giorno fumate in età media portano ad un processo d’invecchiamento anticipato della pelle

di circa 10 anni. Il fumo del tabacco accelera in più direzioni il normale processo d’invecchiamento cutaneo:

ostacola la sintesi del collagene e l’ispessimento delle singole fibre. Il livello ridotto di vitamina A, causato

dal fumo e dai radicali liberi del fumo di tabacco, attivano inoltre una attività enzimatica che comporta una

degenerazione del collagene. Nel contempo il fumo stimola una degenerazione eccessiva dell’elastina nel

derma. L’effetto vasocostrittore della nicotina aumenta inoltre l’ischemia tessutale ed accelera

l’invecchiamento della pelle.

Il fumo pregiudica la guarigione di ferite e fratture: infatti l’effetto vasocostrittore della nicotina causa una

ridotta proliferazione delle cellule rosse del sangue necessarie alla cicatrizzazione e alla difesa delle

infezioni, poiché altera la capacità dei fibroblasti e dei macrofagi dei tessuti immunocompetenti. La nicotina

aumenta inoltre l’aggregazione dei trombociti, il che pregiudica nuovamente la microcircolazione. Il

monossido di carbonio porta all’ipossia o anossia cellulare. Infine il fumo aumenta il rischio di svariate

malattie della pelle, soprattutto se entrano in gioco le conseguenze immunologiche del fumo. Pertanto il

fumo innesca una reazione infiammatoria in presenza di pustolosi palmo-plantare, psoriasi, acne vulgaris e

inversa, dermatite atopica e tromboangite obliterante. In caso di trasformazione maligna di un’infezione da

papilloma virus umano (HPV), le sostanze contenute nel tabacco sono ritenute agenti co-cancerogeni.

Nei fumatori l’acne registra una comparsa nettamente maggiore (41%) rispetto ai non fumatori (25%) e la

sua resistenza aumenta in rapporto alla quantità di nicotina assunta.

La pelle assume un colore grigiastro, perde di elasticità, è avvizzita ed invecchiata.

Carenza di vitamina C

L’assimilazione di vitamina C nel fumatore è più bassa di circa il 10%, inoltre il bisogno di antiossidanti

aumenta di circa il 40%. Pertanto i fumatori presentano un fabbisogno di vitamina C aumentato del 50%

(150 mg/giorno).

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